La metafora delle lenti con cui guardare alla realtà è una delle più utilizzate per rendere l’idea della soggettività cui tutti siamo vincolati. La questione è profonda e semplice allo stesso tempo: ciascuno di noi crea la propria realtà a partire dagli organi di senso, dalle esperienze che ha vissuto, dalle relazioni significative che ha stretto nell’arco della propria esistenza, così ciascuno di noi avrà una visione particolare del mondo che sarà soggettiva e differente da quella di chiunque altro.
Come lo stesso oggetto visto con lenti differenti viene percepito in modo differente, così la stessa situazione filtrata dalla soggettività di ciascuno di noi verrà vista e vissuta in modi profondamente differenti. Insomma ci sono tante realtà quanti sono gli osservatori, ma non solo. Ci sono anche tante realtà quanti sono i modi che ciascun osservatore ha di guardare alla realtà stessa. Basta provare a pensare alla stessa identica situazione vissuta in due momenti diversi della giornata per capire ciò di cui si parla. Tecnicamente il primo sorso d’acqua bevuto la mattina appena svegli (direttamente dal bicchiere sul comodino!) è identico all’ultimo sorso d’acqua bevuto la sera prima di addormentarsi (sempre dal bicchiere sul comodino), ma lo vivremo in modo completamente diverso poiché noi, cioè gli osservatori, guardiamo all’esperienza con occhi differenti (siamo più rilassati o più stanchi? Siamo carichi di aspettative o stiamo archiviando il passato? Stiamo cercando di ricordare un sogno o stiamo passando in rassegna momenti della giornata trascorsa?). Ok, bene o male di questa cosa siamo tutti abbastanza consapevoli, ma cosa accade quando qualcuno ci fa notare che il modo in cui noi facciamo una cosa (o in cui la viviamo) è assolutamente eccezionale? Quando scopriamo cioè che quello che per noi è banalità per altri è eccezionalità? Io ho provato questa sensazione mentre guardavo il video qui sopra, un’esperienza fuori dal comune poiché mi ha costretto a guardare al mio modo di vedere proprio come farebbe una persona che decidesse di fare il turista della propria città natale! Marianella Sclavi scrive nel suo libro “Arte di ascoltare e mondi possibili” (Bruno Mondadori, 2003): “Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista”. Questo principio è preziosissimo e penso che il video aiuti a capire bene di cosa si tratta: prendendo il punto di vista di una persona daltonica è possibile comprendere meglio il punto di vista di una persona non daltonica. E ciò che consideriamo la “normalità”, diviene in un attimo un semplice punto di vista, uno dei tanti modi di vedere le cose! Qui la metafora assume concretezza: le “lenti” sono davvero lenti e cambiarle genera davvero un differente modo di percepire le cose. Nel filmato Andrew dice davanti ad un tramonto (o forse un’alba?): “Così questo è quello che vedete ogni giorno?”. Buona visione!
P.S. Il video è una pubblicità. Lungi da me l’idea di voler pubblicizzare un prodotto: le lenti di cui parlo io sono metaforiche, non reali eh 😉 ! Quelle non costano nulla e ne abbiamo tutti in grandissima quantità…