Titolo strano, d’accordo, ma garantiamo che questa riflessione non ha nulla a che vedere con le dichiarazioni dei redditi… Ha invece a che vedere con il farsi da sé le cose versus lasciare che qualcun altro le faccia al posto tuo. Questo è il succo, ma partiamo dall’inizio… Il nostro Studio Associato è ora localizzabile sulle mappe di Google. Sembra una cosa da niente ma se avete un’attività o anche solo un sito internet scommetto che quest’estate sarete stati contattati da agenzie di webmarketing che vi offrivano a cifre “convenientissime”, “solo per oggi”, grazie a una “superofferta” la possibilità di essere localizzati sulla mappa di Google. Ciò si traduce in visibilità, in pubblicità, e poi: tutti ti troveranno e tutti sceglieranno il tuo Studio e non quelli degli sfigati che ancora non sono sulle Mitiche Mappe di Google.
Ok, ammetto che una volta indotto il bisogno era impossibile resistere. Il fatto è che chiunque si può documentare in rete e trovare il modo per fare da sé (in 10 minuti e con un po’ di pazienza) ciò che come minimo ti costa 180€ per farlo fare subito da professionisti. E non sto parlando di farsi fare un sito internet o seguire in una campagna pubblicitaria (queste sono cose piuttosto complicate che per essere fatte bene richiedono professionisti esperti di web, di marketing e di web-marketing), ma di una cosa che realmente è alla portata di tutti!
Al telefono sono molto gentili e spiegano tutto molto chiaramente ma…
Domanda mia: “Perché non me lo posso fare io da solo?”.
Risposta loro: “Semplice, dottore, è come farsi da sé il 730 o farselo fare dal commercialista! Vorrebbe rischiare di commettere errori?”.
In effetti sì, perché amo il rischio e amo imparare a farmi le cose da solo! E infatti… Ma questo mi ha fatto pensare a tutte quelle situazioni in cui deleghiamo ad altri, per pigrizia, mancanza di tempo o per paura di commettere errori, cose che potremmo fare benissimo da soli. O lasciamo che siano macchine a fare ciò che potremmo fare tranquillamente noi a mano (non è che voglio apparire come un luddista o un Amish, anzi, la tecnologia mi piace molto se utilizzata in senso non necessariamente sostitutivo!). Tanto per dire, il prato lo posso falciare anche con un tosaerba elicoidale manuale, che non utilizza miscela, non inquina (me e il vicino) e pratica un taglio migliore di quello dei falcia erba a motore… Si fatica di più? Bene! Così evito di andare in palestra a utilizzare macchine che simulano la spinta di un tosaerba. E il pane? Beh, me lo posso fare in casa, con un minimo di esperienza e una grande soddisfazione nella resa! In Rete esistono tutorial praticamente per qualsiasi cosa. Vuoi imparare a fare il giocoliere? Trovi video che ti mostrano gli esercizi per imparare a far girare in aria le palline. Vuoi imparare a modellare palloncini a forma di animale? Youtube è pieno di video di esperti pronti a condividere con te il loro sapere! Il narcisismo virtuale esaltato da internet ha dato la possibilità a migliaia di persone di esporre e socializzare le proprie competenze. E al contempo ci ha regalato la possibilità di accedere a un numero infinito di informazioni. Oggi più che mai sembra non esserci limite all’apprendimento: l’unico problema è scegliere cosa imparare a fare. Eppure, la tentazione di lasciare che se ne occupi qualcun altro a volte è irresistibile… E mi riecheggia nelle orecchie la frase del venditore di Google: “Vorrebbe rischiare di commettere errori?”. Giammai! Gli errori devono essere banditi dalla nostra vita! Ed è un vero peccato, perché senza errori non ci può essere apprendimento e il timore di sbagliare rischia di far atrofizzare proprio il muscolo dell’apprendimento. E quello, purtroppo, non lo si può allenare con una macchina in palestra… O, per lo meno, non che io sappia!