Un uomo con un fiasco in mano si ferma davanti a un albergo e dice: “sono rovinato”. Perché?
Difficile poter dare una risposta alla domanda utilizzando una logica “ordinaria”, quella che prevede sequenze ben codificate di azioni/pensieri causa-effetto. No, per rispondere a questo tipo di domande serve un approccio differente… Lo psicologo Edwad de Bono ha chiamato questo modo di ragionare “Pensiero laterale”, intendendo con questa formula un tipo di logica creativa che si avvale del sovvertimento delle normali regole del pensiero, che guarda ai problemi attraverso differenti punti di vista e che parte dal presupposto che per ogni problema esista sempre più di una soluzione.
Questa logica “complementare”, da affiancare a quella tradizionale, ci può aiutare ad uscire da situazioni in cui avvertiamo la forte sensazione di impotenza derivante dall’idea di essere in trappola… Sono situazioni che possono essere inquadrate dalla frase “qualunque cosa io faccia, comunque sbaglierò”. Possono essere situazioni concrete come ad esempio dover scegliere quale tra due inviti a cena accettare senza che la persona non scelta si offenda (o, se volete, quale compagno di banco scegliere all’inizio dell’anno essendo in tre amici) o mettere d’accordo a tavola carnivori e vegani senza scontentare nessuno. O possono essere dilemmi morali che ci fanno arrovellare per ore o giorni, come ad esempio la questione delle bugie a fin di bene: dall’identità reale di Babbo Natale ai chili di troppo del partner che giuriamo di non vedere. Bene, in questi casi la logica normale ci intrappola, ci vincola a un modo di vedere le cose che ci lascia senza via d’uscita… Ecco allora venire in nostro soccorso il pensiero laterale! Ma come cercare di applicarlo? Come evitare le trappole della logica tradizionale?
Esistono diverse strategie per attivare un tipo di pensiero creativo, ma ognuno ha metodi differenti. Può essere utile lasciar passare del tempo o distrarsi volontariamente e pensare per un po’ ad altro. Altrettanto utile è mettere in evidenza ciò che nella situazione viene dato per scontato, esplicitare i preconcetti che stanno alla base del nostro modo di percepire quella situazione, ribaltando poi tali premesse per avere maggior libertà di pensiero. Un breve esempio per chiarire meglio questo punto, usando un altro esercizio di pensiero laterale: “Romeo e Giulietta giacciono morti sul pavimento dove ci sono anche pezzi vetro e acqua. Che cosa è successo?”. Il pregiudizio percettivo che ci porta fuori strada è quello “forte” che Romeo e Giulietta siano prima di tutto umani e in secondo piano la coppia di innamorati di shakespeariana memoria… Ma se proviamo a giocare con queste premesse e non diamo per scontato che siano umani? E se fossero animali? Prova a unire i puntini ora, pensando alle seguenti parole: animale, vetro, acqua, morto, pavimento… Esatto, è proprio così! Romeo e Giulietta sono pesci rossi e il vetro è quello della loro boccia che è caduta per terra e si è rotta, lasciando per terra l’acqua e i due pesci morti.
Per chiudere, forse un po’ più complicato, ma altrettanto funzionale, è l’utilizzo della tecnica del brainstorming: produrre una lunga lista di idee gettate a caso, senza censure, seguendo il solo scorrere delle libere associazioni che si costruiscono nella nostra mente. Risolto l’indovinello dell’uomo con il fiasco in mano? No? Beh, se ti dicessi che l’uomo poteva avere in mano un candelabro invece di un fiasco? Oppure pensa che la vita in fin dei conti è un gioco fatto di probabilità ed imprevisti… e che ogni tanto puoi finire in prigione… senza passare dal Via!