Il 15 marzo si celebra l’ottava giornata nazionale di sensibilizzazione sui disturbi alimentari. In tutta Italia vengono organizzati incontri che ruotano attorno al tema e puntano a informare la popolazione su un tema tanto noto quanto poco conosciuto nei suoi vari aspetti.
Come clinici, quando facciamo riferimento ai disturbi del comportamento alimentare, siamo addestrati ad avere in mente i criteri diagnostici del DSM, l’indice di massa corporea, gli episodi di digiuno, le abbuffate o le condotte compensatorie. Come psicoterapeuti, poi incontriamo le emozioni e le storie di ragazze e ragazzi, uomini e donne, pieni di energia, ricchi di talento, che esprimono attraverso le condotte alimentari la loro sofferenza. Pensiamo allora al misto di soddisfazione, attesa, senso di colpa e piacere indescrivibile provati da Martina*, che faceva colazione con cappuccino e brioche al bar tutte le mattine e poi non mangiava più niente per il resto della sua giornata. Ci torna in mente la delusione e la rabbia impotente di Augusta*, giovane promessa dell’atletica, che per un infortunio aveva messo su qualche chilo e per questo pensava di non valere più niente. Ripensiamo alla rabbia e alla vergogna di Filippo*, che nonostante i successi scolastici veniva isolato dai suoi coetanei fino a ritirarsi sempre più in se stesso… E pensiamo alla descrizione delle meravigliose torte cucinate da Giusy*, che si era appena trasferita lontano da casa e si consolava cucinando e mangiando in rigorosa solitudine. Pensiamo alle loro storie e pensiamo alle loro famiglie. Genitori ora attenti e preoccupati ora ignari del problema, persone apprensive o evitanti, rabbiose o depresse, che sottovalutavano la situazione o che la ingigantivano. Tutti sinceramente preoccupati e desiderosi di aiutare, ma tutti drammaticamente impotenti di fronte a sintomi che spaventano e che sono apparentemente incomprensibili.
Troppe volte il responso della bilancia viene usato come metro del valore personale. Se, quando le emozioni diventano insopportabili, il cibo si trasforma nel nostro dottore, forse è meglio iniziare a parlarne con qualcuno.
* I nomi reali sono stati modificati per garantire il rispetto della privacy.