Siamo giunti all’ottava eco-settimana e festeggiamo così i due mesi di impegno ecologico quotidiano. Il tema di questi giorni sarà leggermente differente rispetto agli altri, poiché sarà trasversale un po’ a tutti gli ambiti che abbiamo toccato in questi mesi. L’idea nasce dalla presa di coscienza (forse dettata anche dal percorso che stiamo facendo in questo periodo) che alcuni automatismi che mettiamo in atto quotidianamente si basano su una premessa implicita che riguarda le quantità: di più è meglio. Forse perché siamo cresciuti in un mondo in cui, come da pubblicità, se non ricopri interamente del lungo lo spazzolino di dentifricio, hai l’idea di non lavarti bene i denti, o forse perché le nostre nonne (a loro volta cresciute in tempo di guerra e quindi di ristrettezze alimentari) godevano della possibilità di abbondare in cucina sia per condimenti che per quantità. Forse perché la “bolla” economica degli anni ’80 e ’90 ci ha lasciato l’idea (sottotraccia, evidentemente, come un silenzioso processo in background) che più compri, più prendi, più accaparri, e meglio stai, o forse ancora perché nell’idea di crescere bene i nostri figli cerchiamo di non far mancare loro nulla e piuttosto di rischiare nel togliere è meglio non andare per il sottile e aggiungere… Insomma i fattori che portano questa premessa sono tantissimi e irrimediabilmente interconnessi, a cavallo tra il soggettivo e il sociale, tra il famigliare e il culturale. Il punto però è che l’adagio “melius abundare quam deficere” (meglio abbondare che scarseggiare) poco si addice ai tempi correnti in cui si sta lottando proprio per ribaltare questa premessa. I gruppi che si impegnano in questo senso sono svariati, ne cito un paio che conosco un po’ più da vicino: il Movimento per la Decrescita Felice (in ambito socio-ecomomico-culturale) e il movimento Slow Medicine (in ambito sanitario, ma non solo). L’idea è comune a questi gruppi e movimenti è quella che non è sempre detto che “di più” sia meglio. Anzi!
E’ in questo spirito che quindi abbiamo deciso di fare più attenzione alle quantità, ma anche agli sprechi, cercando di scardinare il pregiudizio dato ormai per scontato che di più è meglio. Le aree di applicazione andranno dalla cucina, sia per quanto riguarda le dosi generali (porzioni, bis, tris…), sia per quanto riguarda gli ingredienti (sarà poi vero che un’insalata mista per essere davvero buona deve avere almeno 15 ingredienti??) alle attività quotidiane: davvero serve così tanto dentifricio per lavarsi bene i denti?